Cenni storici sull’Alto Vergante
L’abitato di Pisano si trova a quota 396 s.l.m. tra i comuni di Meina (Fraz. Ghevio) e Nebbiuno (Fraz. Corciago); il territorio comunale include boschi discendenti dal monte La Guardia (sopra Colazza, ai 700 mt.) e che si estendono fino alla valle del Tiasca ai 300 mt.
E’ composto da fasce parallele da nord a est e da sud ad ovest. Da lato si alternano: una fascia boscosa, la valletta del Tiaschetta, il motto nevoso dell’Arbujera, ronchi e frutteti degrandandi un tempo fino alla provinciale dell’Alto Vergante. La vocazione naturale dell’area di Pisano, sita in un luogo soleggiato e ricco di corsi d’acqua perenni, lascia presupporre in tempi remoti ad una pista preistorica (infatti è certoo che il Vergante fu anticamente frequentato per tutta la sua lunghezza da questa pista).
Il villaggio non ha una data certa di nascita, però sembra che in epoca romana esistesse il nucleo, il fatto è comprovato dal ritrovamento, nel 1908, durante la costruzione di un’abitazione sull’attuale est di Piazza Repubblica, di una trentina di anfore di varie dimensioni (purtroppo disperse) che possono essere interpretate come corredi funebri o urne cinerarie (del ritrovamento vi è notizia, seppur vaga, al museo del paesaggio di Verbania).
Era uso, nel periodo romano, che le necropoli fossero site lungo le vie d’uscita dei villaggi (la strada in oggetto è quella che porta al comune di Corciago, località esistente in età imperiale).
Tutto il territorio limitrofo al comune porta i segni di una forte penetrazione romana e i vari comuni vicini ne confermano l’esistenza, probabilmente la strada del Vergante fu passaggio per invasioni celtiche (Insubri e Cimbri).
Nei secoli a venire fu strada di transito anche per invasioni Longobarde. Il nome Pisano, comune Viviano (terreni a sud del paese), ha la terminazione “-ano” indicante proprietà agraria; anche la radice onomastica “Pis” presente in nomi gallo-romani nell’Italia settentrionale, fa pensare che la definizione della località indichi Pisius (Pisano) o Pisone (Pisoniano).
Tutta la zona del Vergante, per la peculiarità dei suoi terreni, il microclima e l’ottima esposizione è sempre stata votata alla coltivazione. Dai primi del novecento e fino alla metà degli anni settanta prevalentemente frutta con mele, pesche, prugne, ciliegie, ma anche fragole e lamponi, successivamente proprio per le caratteristiche pedoclimatiche della zona queste hanno lasciato il posto alla piantumazione di acidofile (azalee, rododendri, camelie, pieris, eriche…) che si possono ammirare in esemplari in tutti i giardini storici della riviera del Lago Maggiore. Queste hanno dato vita ad un prospero commercio ed ad una coltivazione che negli anni si è fortemente specializzata per fornire prodotti di qualità ed in linea con aspettative di un mercato sempre più esigente ed attento. Proprio seguendo questa filosofia che ci ha sempre ispirato fin dalla nascita della nostra azienda ora siamo in grado di proporre una varietà di piante, anche particolari e frutto di nostre attente ricerche che, siamo sicuri non mancheranno di incontrare i favori della nostra clientela più affezionata ed attirare l’attenzione di nuovi e graditi clienti.